La coltivazione del kiwi: un frutto pieno di sorprese

Frutto venuto dall’Oriente e con peculiari note acidule: il kiwi ha certamente una storia molto affascinante! 

Originario della Cina, in cui era conosciuto con il nome “yang tao” e veniva coltivato da oltre 700 anni, il kiwi fu importato in Nuova Zelanda agli inizi del Novecento: qua il frutto venne rinominato “kiwi” in onore del simbolo nazionale, un volatile di nome kiwi dal corpo tondo e le piume marroni. Fu solo negli anni ’60 che il kiwi iniziò ad essere esportato in Occidente, arrivando anche in Italia. Questo incontro fu molto felice: oggi, infatti, proprio il nostro Paese è tra i maggiori produttori di kiwi! In particolare, la varietà più coltivata nello Stivale è l’Hayward, apprezzata per la polpa verde brillante e il gusto dolce-acidulo. 

Ma come si coltiva il kiwi? Vediamolo nel dettaglio. 

Come coltivare il kiwi 

Il kiwi è una liana rampicante che ha bisogno di molto spazio e particolari condizioni per dare il meglio: anzitutto, infatti, bisogna predisporre strutture adeguate, come le pergole, per sostenere il corretto sviluppo della pianta, che da adulta arriva anche a 12 metri.  

Questa pianta predilige terreni argillosi ricchi di materia organica e ben drenati: per coltivare i kiwi è dunque importante lavorare il terreno in profondità e usare compost o letame ben maturo per arricchire la fertilità; il pH ideale del suolo dovrebbe essere tra 6 e 7, poiché il kiwi mal sopporta terreni troppo acidi o troppo alcalini.  

Il terreno deve essere ben drenato per evitare ristagni d’acqua che possono causare marciumi radicali. Le piante di kiwi richiedono un’irrigazione costante, specialmente durante i periodi di siccità, ma è importante, allo stesso tempo, non dare troppa acqua: l’irrigazione a goccia è la migliore per questo tipo pianta, perché consente di mantenere il terreno uniformemente umido senza creare ristagni. 

Il kiwi, inoltre, necessita di un clima molto mite, senza eventi estremi di caldo o freddo, e le temperature ideali sono tra i 15 e i 25 gradi Celsius. Questa pianta è inoltre particolarmente sensibile alle gelate tardive, quindi l’agronomo dovrà prestare particolare cura alla protezione delle piante e alla pacciamatura del terreno durante i mesi più freddi; tuttavia, la pianta del kiwi necessita di molta luce solare per produrre frutti di qualità, per questo è meglio evitare di piantarla in zone ombreggiate. 

Come piantare i kiwi 

La piantagione del kiwi avviene di solito in primavera, dopo l’ultima gelata, o in autunno, in climi più miti e durante la dormienza. 

I kiwi vengono generalmente coltivati a partire da talee o piante giovani, alle quali è essenziale garantire un supporto adeguato, come un pergolato o una rete, poiché si tratta di piante rampicanti, come sottolineato in precedenza. Inoltre, una potatura regolare è fondamentale per favorire la corretta penetrazione della luce e dell’aria. 

È importante ricordare, inoltre, che kiwi è una pianta dioica: questo vuol dire che sono necessarie sia piante maschili che femminili per la produzione di frutti; come regola generale, una pianta maschile può impollinare fino a 9 piante femmina. 

La raccolta dei kiwi 

Come per tutti i prodotti della terra, la raccolta del kiwi deve avvenire al giusto grado di maturazione per ottenere frutti di alta qualità; tra i parametri da considerare ci sono il colore e la durezza della polpa. Inoltre, si può valutare il contenuto di solidi solubili (valore Brix): per i kiwi verdi, ad esempio, si consiglia la raccolta quando esso raggiunge almeno i 6,5 gradi brix, mentre per il kiwi giallo deve essere maggiore di 8 gradi brix. 

In Italia, la stagione di raccolta dei kiwi può variare leggermente a seconda della zona e delle varietà, ma generalmente si svolge in autunno. La raccolta del kiwi verde inizia solitamente a metà ottobre e può proseguire fino a novembre, mentre la raccolta del kiwi giallo inizia leggermente prima rispetto al kiwi verde, e solitamente va da fine settembre a metà ottobre. 

La raccolta manuale è il metodo più comune e consiste nella raccolta dei frutti a mano, aiutandosi con forbici o tronchesi per recidere il peduncolo del frutto. Questa modalità permette di selezionare accuratamente i frutti maturi e riduce il rischio di danneggiamenti. 

Anche l’utilizzo della meccanica è possibile. Si tratta di una modalità di raccolta che aiuta a ottimizzare i tempi attraverso muletti per trattori per il trasporto dei frutti raccolti. 

La conservazione, infine, avviene solitamente in celle frigorifere a temperature comprese tra 0 e 1°C e con un’umidità relativa del 90-95% per prolungare la conservabilità. 

Le varietà di kiwi: tanti colori di un frutto delizioso 

La pianta del kiwi ha lo stesso nome del suo frutto: fa parte della famiglia delle Actinidiacee e le due specie più comuni nel Bel Paese sono la Actinidia deliciosa (il kiwi verde) e la Actinidia chinensis (il kiwi giallo). 

Il kiwi verde, conosciuto anche come Hayward, è certamente la varietà più conosciuta e coltivata in Italia; caratterizzato una buccia marrone con peletti, il kiwi verde ha la polpa verde brillante e succosa ed è molto apprezzato per il suo sapore dolce-acidulo – ma anche per la sua buona conservabilità. 

Il kiwi giallo, o kiwi gold, ha una buccia dello stesso color marrone ma più liscia rispetto a quella del kiwi verde; la sua polpa è di un bel colore giallo dorato, e il suo sapore è più dolce e meno acidulo rispetto al kiwi verde. 

Della pianta Actinidia fanno parte più di 70 specie! Oltre a queste, esistono altre varietà meno comuni: ad esempio, il kiwi rosso è nato dall’incrocio di altre varietà di kiwi, ed è “cugino” del kiwi gold: infatti, anche il kiwi rosso ha una buccia liscia e una forma leggermente allungata, e la sua polpa è caratterizzata da un vivace colore rosso al centro e tra i verde e il giallo nella parte più esterna, con un sapore molto dolce, esotico e aromatico. 

In Italia, la produzione di kiwi è concentrata specialmente nelle regioni di Lazio, Emilia-Romagna, Piemonte e Veneto, dove ci sono condizioni climatiche favorevoli per il suo corretto sviluppo.  

Parassiti e malattie del kiwi: a cosa prestare attenzione 

Se favorire la presenza di api e altri insetti impollinatori è fondamentale per la fruttificazione, bisogna fare attenzione ad alcuni insetti e altri parassiti; tra i più comuni troviamo: 

  • cocciniglia bianca del kiwi: questi insetti si attaccano alla pianta e ne succhiano la linfa, ma amano anche i frutti: i kiwi con la buccia più liscia sono particolarmente sensibili ai suoi attacchi; 
  • nematodi: parassiti del suolo che attaccano le radici della pianta provocando galle radicali e compromettendo gravemente le loro funzioni; 
  • mosca della frutta: nemmeno i kiwi si salvano da questo insetto, che depone le uova nei frutti: sono le sue larve a causare danni diretti. 

Non solo i parassiti: ci sono anche alcune malattie a cui il kiwi è particolarmente soggetto, come: 

  • cancro batterico dell’actinidia (Pseudomonas syringae pv. actinidiae – PSA): una delle malattie più gravi per la pianta del kiwi: questa batteriosi causa infatti la morte dei rami e, nei casi più severi, dell’intera pianta; si manifesta con macchie necrotiche sulle foglie, cancri sui rami e appassimento; 
  • marciume radicale (Phytophthora spp.): causato da un fungo che attacca le radici causando marciume e, di conseguenza, il deperimento della pianta; questa malattia è comune nei terreni con drenaggio insufficiente e condizioni di elevata umidità; 
  • muffa grigia (Botrytis cinerea): colpisce principalmente i frutti, che ne sono soggetti specialmente durante la conservazione; 
  • antracnosi (Colletotrichum spp.): un’altra patologia fungina, che provoca macchie nere e necrotiche su foglie, fusti e frutti, portando a una riduzione della loro produzione e qualità. 

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